Libri per infanzia
Così come sono
Un albo illustrato di una fattura pazzesca, utile per sradicare stereotipi nei bambini e bambine. Consigliato soprattutto per coloro che già fanno affermazioni tipo “il rosa è da femmine”.
Autrice: Hélène Druvert
Casa editrice: Franco Cosimo Panini
Il libro ha diverse alette e pop-up ed è un inno al diritto di esprimersi, di essere e di amare oltre gli stereotipi genere.
Io l’ho letto al mio bimbo di 3.5 anni omettendo le parole “maschio” e “femmina” conformemente alla mia prima regola per educare alla parità di genere. Anche perché il mio bimbo non ha ancora cominciato ad affermare cose come “questa cosa è da maschio”.
Non è lo stile di libro per abbattere stereotipi che preferisco: questo mira a farlo in maniera diretta, insegnando esplicitamente. Io preferisco i libri che sradicano stereotipi implicitamente, attraverso un racconto.
Ho apprezzato davvero il fatto che il libro mostrasse bambini e bambine impegnati in attività non comuni per il loro genere: una bambina che costruisce una casetta sull’albero con un trapano in mano o un bambino impegnato nella danza classica o a cucire.
Anche per i mestieri, sono state rappresentate persone di genere femminile come astronaute, pilote e chirurghe e persone di genere maschile come ostetrici o infermieri. Unica pecca per la sezione dei mestieri: si parla di “presidentessa della repubblica”.
Come affermato in “Femminili singolari” “ […] presidente rientra pacificamente nel caso dei termini di genere comune per i quali basta variare l’articolo (il/la presidente) […]”.
Inoltre, “[…] gli -essa venivano e vengono usati spesso per definire le mogli (o avevano una connotazione canzonatoria), per cui è meglio evitarli dove possibile […]”.
Se desideri almeno una seconda fonte, io spesso uso anche la guida della Confederazione Svizzera che si intitola “Linguaggio inclusivo di genere”. Dovresti trovarla facilmente googlando.
Nella pagina in cui ci sono delle persone che manifestano, uno slogan su un cartellone dice “femmine = maschi”.
Si intuisce quello che l’autrice intende e non so come era in lingua originale.
È comunque uno slogan fuorviante visto che spesso ciò che mi si recrimina è proprio che gli uomini sono diversi dalle donne e che se andiamo avanti con questi discorsi sulla parità non ci saranno più uomini o donne ma esseri umani di genere indistinto.
Quando parliamo di parità di genere non affermiamo che il genere femminile e quello maschile devono essere uguali, ma avere uguali opportunità e diritti.
È un po’ diverso.
Nel libro si tocca anche il tema delle emozioni, che spesso creano ancora doppi standard: tristezza, paura e rabbia. Dove la rabbia è la più inibita nelle bambine; tristezza e paura nei bambini.
Parlando di identità di genere vien scritto “posso sentirmi una femmina in un corpo da maschio” ma ho imparato in questo libro che sarebbe meglio descrivere in altro modo una persona trans.
Ad esempio: “posso essere una bambina anche se sono nata maschio/ho il pene”.
Il libro sfiora anche altri temi interessanti come quello delle famiglie omogenitoriali o il diritto al gioco tra bambini di genere diverso.
Anche se non sempre le parole sono quelle che avrei scelto io, credo che questo libro sia un buon inizio e lo consiglio.
E poi è proprio bello e particolare da guardare!
Magari come me in alcuni passaggi puoi modificare leggermente le espressioni.