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Un esempio di carico mentale domestico familiare

Aggiornamento: 1 dic 2023

Perché fare un album fotografico di famiglia? E chi ci pensa?



Fare gli album fotografici di famiglia.


O pensare a farli, il carico mentale è molto forte in questo ambito visto che molte persone si sentono indietro sul fronte "album delle foto".


Forse anche tu ci pensi, ma non trovi il tempo per farli.


C'è chi non ha ancora l'album del giorno del matrimonio.


Chi non ha ancora l'album di nascita della figlia che il mese prossimo compie dieci anni.


Chi del secondo figlio non ha nemmeno una foto stampata.


E quando qualcuno dice di aver trovato una strategia per portarsi avanti con gli album delle foto, tante persone vogliono sapere qual è il trucco.


Prima di arrivare alla pratica, lasciatemi però dire che questo degli album di famiglia è un perfetto esempio di carico mentale familiare.


È un tema che pesa, ma è quasi invisibile.


Ci rendiamo conto del carico quando qualcuno ce lo fa notare.


 

Cosa trovi in questo articolo:

 



Nell'era digitale facciamo davvero tante foto

In internet si trovano diversi numeri su quante foto al giorno scattiamo.


Puoi anche verificare nel tuo telefono.


Ad esempio, per il 2022 io e mio marito assieme abbiamo 6000 foto il che corrisponde a 8 foto al giorno, che infatti è nell'ordine di grandezza che avrei stimato.


Di sicuro al giorno d'oggi una foto costa molto meno in termini di fatica, tempo, soldi.


Chiunque oggi abbia uno smartphone può scattare facilmente una foto.


Una volta avresti dovuto portare un aggeggio ingombrante apposito; oppure magari era anche piuttosto maneggevole, ma avresti dovuto pensare a comprare la pellicola e poi mandarla a sviluppare.


Se mia mamma ha un album delle foto da quando è nata a quando ha cominciato le elementari, mio figlio ha un album per il suo scambio casa di tre settimane ad Amsterdam.


Impressionante.


Bloemendaal Beach, Paesi Bassi, estate 2021
Bloemendaal Beach, Paesi Bassi, estate 2021.


Il carico mentale degli album fotografici


Nell'articolo sul carico mentale scrivevo che è come un macigno che pesa il doppio a causa della sua invisibilità.


Trovo il pensiero dell'album fotografico di famiglia un perfetto esempio di carico mentale familiare.


Credo che raramente prendiamo davvero coscienza di questo compito, che però sentiamo pesare in maniere sottili.


Ad esempio attraverso quell'anisetta che si percepisce nel vedere il numero delle foto scattate sul telefono aumentare inesorabilmente.


O quando non possiamo più scattare una foto perché non abbiamo più spazio sul telefono.


O quando vediamo l'altra famiglia con i suoi 217 album perfetti in ordine cronologico e cromatico.


Il numero delle foto che sale inesorabile e funge da promemoria
Il numero delle foto che sale inesorabile e funge da promemoria: "Fai l'album delle foto", sembra dirmi ogni volta che lo vedo.

Spesso non siamo nemmeno coscienti di quell'ansia o senso di colpa che si crea attorno a questo tema.


Non ne parliamo in coppia.


Sembra un argomento futile rispetto alle altre mille incombenze del quotidiano.


Invece, le persone che fanno gli album fotografici di famiglia alla domanda "per chi o per cosa fai l'album" rispondono quasi all'unisono "per i figli".


Quindi sembra una cosa futile ma a ben guardare non lo è: riteniamo importante fare gli album delle foto per la prole.


È un altro dei tanti compiti di cura con la differenza di essere importante ma non urgente.


Vedi la differenza?


Un compito può essere importante perché ci teniamo, ma non è urgente perché nessuno ci obbliga, non abbiamo un limite di tempo per farlo.


Un po' come il prendersi del tempo libero per sé 😅


Questo tipi di compiti rischiano di venir procrastinati all'infinito, sopratutto quando la quotidianità è già piena di impegni.




Quale genitore pensa agli album fotografici?


Chi se non il genitore di default?


L'esperta della cura dei figli: la mamma.


Perché in fondo fare un album fotografico fa parte dei compiti di cura, di cui in automatico si prendono carico le donne.


Com'é che una mamma è il genitore di default?


Scrive Annalisa Monfreda in "Ho scritto questo libro invece di divorziare":


"Non c'è nessun istinto e nessun sapere innato che sgorghi dalla donna assieme alla vita del figlio. All'inizio si è entrambi principianti. Poi la madre, stando con il figlio ventiquattro ore al giorno, impara a prendersene cura e diventa esperta. Per di più, stando tutto il giorno a casa, stabilisce la nuova organizzazione e si fa carico delle faccende domestiche, mentre il padre si sente un apprendista con poco tempo a disposizione, un eterno principiante, che si inchina all'esperienza della compagna, faticando a trovare il proprio posto."

Quello dell'album delle foto è spesso visto come un gesto di cura nei confronti della prole, ma è un po' diverso dagli altri compiti.


Spesso nemmeno le mamme hanno tempo di lavorarci, lasciando loro solo il senso di colpa per non starci lavorando.


Ho fatto un piccolo sondaggio via Instagram dove si è visto che le mamme hanno in carico questo compito 10 volte in più dei papà.


Mi baso su un sondaggio proposto sul mio profilo Instagram. Hanno risposto al sondaggio in 372. Nelle coppie eterosessuali in cui solo uno dei due genitori pensa all'album delle foto di famiglia, l'8% sono uomini e il 92% donne.
Mi baso su un sondaggio proposto sul mio profilo Instagram. Hanno risposto al sondaggio in 372. Nelle coppie eterosessuali in cui solo uno dei due genitori pensa all'album delle foto di famiglia, l'8% sono uomini e il 92% donne.

Qualcuno ha provato a darmi delle spiegazioni che andassero al di là del genere per spiegare la ripartizione all'interno della coppia:


"Ci penso io perché sono designer, non perché sono una donna."

"Ci penso io perché a mio marito non interessano le foto."

"Ci pensa lei, perché la sua famiglia le ha tramandato la tradizione degli albi delle foto, io ne ho avuti molti meno."

Allora, queste spiegazioni possono anche essere vere per i casi singoli, ma non spiegano la statistica così schiacciante.


Perché?


Perché se fosse vero che il genere non c'entra con la ripartizione di questo compito, il risultato statistico lo rifletterebbe: statisticamente risulterebbe che nelle varie coppie eterosessuali uomo e donna si fanno carico di questo compito più o meno al 50%.


Perché anche lui può essere un grafico, perché anche lei potrebbe disinteressarsi delle foto, perché anche lui potrebbe essere cresciuto con molti albi fotografici mentre lei no.


La spiegazione generale, anche se è difficile ammetterlo, ha a che fare con il ruolo di genere: le mamme, molto più dei papà, pensano a fare gli album fotografici di famiglia.


Perché è un atto di cura.




Come mi sto rimettendo in pari con gli album fotografici


Ho fatto sapere che ho trovato per me un modo che funziona per mettermi in pari con gli album delle foto.


Molte persone mi han chiesto di svelare il mio trucco.


Quello che ho fatto è stato applicare consapevolmente dei principi di gestione del tempo e produttività.


Nessun trucco magico.



Sapere perché voglio spendere tempo a fare gli album fotografici di famiglia

Fare gli album delle foto per farli, non basta.


O almeno, basta nei pochi casi in cui fare gli album sia una vera e propria passione.


Quando ancora non dovevo lottare per il mio tempo libero, prima di diventare mamma, facevo con piacere gli album delle foto, magari in un giorno di pioggia.


Allora mi bastava fare un album delle foto tanto per farlo, sì per avere un ricordo, ma non era strettamente necessario.


Lo facevo perché avevo il tempo.


Ora che il tempo libero me lo devo segnare su un app per non rischiare di annullarmi, beh sento di avere di meglio da fare.


Lavoro da salariata gran parte della settimana e il weekend sto volentieri con il mio bimbo: stare a casa una giornata a fare album delle foto mi pareva ridicolo.


Mi perdevo dei momenti presenti per documentare il passato... un controsenso.



Ma in questo caso sentivo il peso: volevo fare gli album delle foto.


Avevo tanti buoni motivi per volerli fare:

  1. Come ricordo per mio figlio in generale

  2. Per spiegare alcune cose, come la procreazione medicalmente assistita con cui è stato concepito di cui negli albi troviamo qualche traccia.

  3. Per sfogliarli assieme come degli albi illustrati dove i protagonisti siamo noi

  4. Per ridurre il tempo allo schermo, preferisco le foto stampate in un libro.

  5. Per non dipendere al 100% dai server gestiti da persone che non conosco, nel caso dovesse succedere qualcosa e le mie foto digitali sparissero o stoccarle diventasse economicamente insostenibile (non so quanto sia razionale questo scenario).

Se spiegazioni come queste non sono sufficienti, prova con la tecnica dei tre perché.


Poniti tre volte di seguito la domanda perché, così:

Perché voglio fare l'album delle foto? Per mio figlio. Perché vuoi che tuo figlio abbia un album delle foto? Perché così ha dei ricordi. Perché voglio che mio figlio abbia dei ricordi su degli album fotografici? Così che possa vedere le cose che abbiamo fatto assieme, conoscere la sua storia, avere un'idea da dove viene per essere una persona consapevole di sé e della sua identità.

Sapere perché vuoi fare un album fotografico è essenziale.


Quando il tempo libero è poco devi sapere perché usi il tuo tempo in un dato modo.


Potrebbe risultare che la tua ansia e senso di colpa sia totalmente dettata dall'esterno ovvero dalla pressione che "un buon genitore fa l'album".


In quel caso, ti direi che fare gli album per te non ha una motivazione sufficientemente forte e puoi eliminarlo dalla tua testa.

Stiamo parlando di un lavoro non retribuito che prende tempo, sopratutto oggi che scattiamo molte foto grazie ai rullini fotografici digitali pressoché infiniti.




Portare avanti il progetto fotografico in maniera costante e sostenibile

Ma allora perché non riuscivo a portare avanti questo progetto?


Mi pesava immensamente perdemi del tempo assieme a mio figlio per organizzare gli attimi passati assieme.


Ho dovuto trovare alcune regole e principi che funzionassero per me.


Te li lascio come eventuali spunti di riflessione, consapevole del fatto che i miei ragionamenti sono estremamente soggettivi.


Quello che funziona per me non deve funzionare per te ma può aiutarti a trovare la tua formula.



1. Definisci un momento ideale per lavorare agli album delle foto Nel mio caso doveva essere quando il figlio dormiva o non c'era. Perché altrimenti arrivavo in quel paradosso che mi frenava: perdere del tempo presente col figlio per fissare i momenti passati. Ma: quando mio figlio non c'è di solito ho il mio lavoro salariato. Altrimenti, se mio figlio non c'è mi dedico al lavoro casalingo, che reputo più urgente degli album fotografici. Qualche volta quando mio figlio non è con me riesco a prendermi del tempo libero senza sensi di colpa; anche questo è prioritario rispetto agli album fotografici. Quando dorme la sera ho anche cose più urgenti da fare come la doccia, riordinare, piegare i panni. Inoltre la sera sono molto stanca e non mi va di mettermi davanti allo schermo dopo giornate lavorative passate allo schermo. E quindi? Per me l'unica soluzione è il mattino prima che mio figlio si alzi dal letto.


2. Decidi con quale ritmo ti dedicherai a questo compito Per me non era sostenibile dedicarmi agli album delle foto di famiglia ogni giorno. Una volta al mese invece è quasi troppo poco per vedere un progresso reale e motivarmi. Una volta a settimana mi pare un buon ritmo.


3. Fissa il giorno in cui ti dedicherai a questo compito Così riesci a creare meglio l'abitudine. Quel giorno fai l'album e a meno di gravi eccezioni non si scappa. Potrebbe essere un giorno preciso della settimana, o l'ultimo lunedì del mese, se decidi che per te la cadenza mensile è l'unica sostenibile. Io ho scelto la domenica mattina e dunque il sabato sera vado a dormire in modo da potermi svegliare almeno 45-90 min prima dell'orario in cui si alza mio figlio. Ovviamente può essere che tu già ti alzi prima di tuo figlio e che proprio non riesci a liberare del tempo. In quel caso prova a vedere se è possibile rivedere le tue priorità, magari lasciando andare il perfezionismo; ne parlavo in questo articolo sul carico mentale.


4. Imposta un promemoria Se vuoi ridurre davvero al minimo il tuo carico mentale, imposta un promemoria per ricordarti questo appuntamento con l'album delle foto. Così non dovrai occupartene nemmeno mentalmente fino a poco prima del momento che hai fissato.


5. Fai l'album delle foto... Posto il fatto che sai con quale mezzo stampare le foto o direttamente l'album fotografico. Sono sicura che ci sono molte opzioni diverse, questo è un lavoro che dovrai fare prima. Ma una volta che sei davanti alle foto o all'album da stampare preparato interamente in digitale: procedi. Sai che hai 45-90 minuti. Se hai scelto la frequenza settimanale, il tuo obbiettivo minimo sarà quello di sistemare le foto di 2 settimane. Quello è il tuo obbiettivo minimo, raggiungibile, realistico. E che poco a poco ti farà recuperare il ritardo che senti!

💡Idea per chi non può occuparsi dell'album una volta al mese perché proprio non ha tempo. Datti l'obbiettivo di procedere di 6 settimane alla volta nella tua sessione da 30-60 min. Fatto è meglio che perfetto e per poter procedere potresti usare una regola tipo "Scelgo le 3 foto che mi colpiscono di più per ogni settimana".


6. ...mettendo da parte il perfezionismo Vedrai che se metti da parte il perfezionismo sarà possibile anche procedere di 2-3-4 settimane ogni settimana: il che significa che ti stai rimettendo in pari. Io quando ho realizzato questa cosa mi sono motivata un sacco!

"Ehi! Ma se ogni settimana procedo di almeno 2 settimane, vuol dire che mi rimetterò in pari!"

Non nego che ad un certo punto credevo fosse impossibile starci dietro... Invece avendo l'obbiettivo minimo di 2 settimane mi sono resa conto che avrei potuto recuperare. Cosa ho lasciato andare:

  1. Gli album sono fatti ma non sono perfetti: il layout della pagina è un po' a caso, non controllo se le foto non hanno tutte le stesse dimensioni perché ne sistemo le dimensioni "a occhio". Quando si sfoglia l'album quasi non si nota perché davvero noi guardiamo le foto (e non siamo grafici).

  2. Il fatto che ho l'obbiettivo minimo mi impone di scegliere in fretta tra le 10-foto-quasi-uguali-del-visino-così-carino-del-nostro-bimbo, ne scelgo veloce una, massimo due, e passo alla prossima. Avere un obbiettivo chiaro da raggiungere in un limite di tempo mi aiuta a decidere in fretta.

  3. Non mi preoccupo se perdo una qualche foto qua e là, si potranno sempre recuperare più in là e comunque quelle che sto provvedendo a far stampare in un libro sono meglio di niente.

  4. Non mi preoccupo se ho buchi temporali tra un album e l'altro. Ad esempio, da quando mi sono messa con mio marito nel 2014 facevo degli album in ordine cronologico senza "saltare nel futuro". Una volta che il ritardo era troppo grande ero demotivata a fare l'album della nostra vita senza bimbo e allora sono "saltata nel futuro" facendo un album del nostro scambio casa a Amsterdam, poi sono di nuovo saltata nel passato per fare l'album della gravidanza e primi mesi di vita del bimbo. Anche perché mi andava di affrontare il tema della gravidanza attraverso un album fotografico. Per il prossimo salterò allo scambio casa di Parigi come mi ha chiesto di fare il bimbo. Seguo quello che ho voglia di fare o che mi chiede il bimbo così almeno sono più motivata e non mi preoccupo se qualcosa manca.

Parigi vista dalla Tour Eiffel
Parigi vista dalla Tour Eiffel.


Riflessioni finali


Abbiamo visto che quello dell'album delle foto è un compito che spesso pesa più di quello che immaginiamo. È un compito che sentiamo di voler fare per la prole, dunque si può vedere come un compito di cura.


Per questo motivo ancora oggi è la mamma a sentirne di più la responsabilità, quasi di default e senza discuterne con il partner.


Sono i ruoli di genere a decidere per noi. La peculiarità di questo compito è quella di non essere urgente ma sentiamo comunque essere importante. Dobbiamo quindi trovare un modo per poterlo portare avanti in maniera sostenibile.


Sono contenta perché io dopo la sessione settimanale di album delle foto non vedo l'ora della prossima sessione! Sono motivata dal vedere un progresso costante e capire che a questo ritmo sto al pari e anzi sto recuperando poco a poco!


Dopo aver fatto un bagno nei bei momenti passati assieme, mi sento anche più amorevole e bendisposta nei confronti della mia famiglia e motivata a continuare a ricercare belle esperienze per vivere la vita come piace a noi.


Spunto di riflessione bonus: scatta meno foto!


Se hai letto fin qui e l’articolo ti è piaciuto, mi aiuteresti molto anche solo cliccando sul cuoricino qui sotto o ricondividendolo.



Te ne sono grata.



Ciao e alla prossima,



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