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Gestione del tempo e produttività: come faccio a fare tutto?

Aggiornamento: 1 mar 2023

Ti do un punto di vista alternativo sul tema e condivido 7 tecniche che uso per gestire meglio il mio tempo.



Facciamo un esperimento.


Vai su un sito che vende molti libri e nella barra di ricerca digita “gestione del tempo”.


Nota i nomi delle persone che hanno scritto quei libri:


Luca, Brian, Fabrizio, Flavio.


Sono quasi tutti uomini.


Sarà perché gli uomini scrivono più libri?


Fai lo stesso digitando “metodo montessori”, “autosvezzamento” o “disciplina dolce”:


le donne sono molte di più.


È interessante notare che la gestione del tempo è un settore di dominio maschile.


Secondo me è un aspetto molto importante da tenere a mente quando si leggono contenuti su questo tema.


Perché tanti concetti e consigli sono espressi da un punto di vista maschile.


In questo articolo farò delle premesse importanti sul tema della gestione del tempo e della produttività.


Una riflessione in particolare non l'ho ancora vista fare da nessuna parte.


Penso di aver aggiunto un punto di vista diverso su questo settore.



 

Cosa trovi in questo articolo

 


Che cosa è la gestione del tempo?


Con gestione del tempo intendiamo un insieme di tecniche e competenze per gestire meglio il tempo ed essere più efficienti.


Serve a fare di più in meno tempo.


È una disciplina nata in relazione al mondo del lavoro, dove ci si interroga sui modi per produrre di più.


Credo che sia per questo che si tratta ancora di un settore di dominio maschile.


È una cosa nata per l’industria e poi per i manager.


Ma sempre più troviamo temi legati alla gestione del tempo anche nell’ambito della crescita personale, un ambito già più femminile.


Oggi l’approccio prende in considerazione il fatto che siamo persone e non macchine.


Quindi parlando di tecniche per essere più efficienti, si parla anche di equilibrio, gestione dello stress, salute mentale.



Gestione del tempo: il mio percorso


Ricordo che già da bambina mi facevo un sacco di to do list e applicavo intuitivamente la tecnica eat the frog first.


Mangia prima la rana, ci torniamo dopo.



Mi obbligavo a fare la cosa che mi annoiava di più per poi premiarmi con le cose più piacevoli da fare.


È incredibile come certi aspetti di una persona siano ben presenti fin dall’infanzia.


Ho iniziato a interessarmi davvero di gestione del tempo una decina di anni fa, quando ho avuto il privilegio di poter fare dei corsi di perfezionamento sul lavoro.


Da allora ho seguito diversi corsi su gestione del tempo, tecniche di lavoro, gestione dei conflitti, di progetti, …



17 libri su gestione del tempo ed efficacia personale che ho letto


Giusto per confermare quello che ci dicevamo qui sopra: nota i nomi degli autori, non c’è nemmeno una donna.


Li elenco in ordine sparso e nella lingua in cui li ho letti:


  • La dittatura delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle. Charles Duhigg

  • Make Time: How to focus on what matters every day. Jake Knapp, John Zeratsky

  • The 7 Habits of Highly Effective People. Stephen R. Covey

  • La 25me Heure. Comment travailler 1 heure de moins chaque jour. Guillaume Declaire, Bao Dinh, Jérôme Dumont.

  • Willpower. Rediscovering the Greatest Human Strength. Roy F. Baumeister, John Tierney

  • Flow: The Psychology of Optimal Experience. Mihaly Csikszentmihalyi

  • Getting Things Done. The Art of Stress-Free Productivity. David Allen.

  • Focus. L’arte di concentrarsi. Leo Babauta

  • Riconquista il tuo tempo. Vinci le distrazioni. Riprendi il controllo delle tue giornate. Cambia la tua vita. Andrea Giuliodori.

  • The Distracted Mind: Ancient Brains in a High-Tech World. Adam Gazzaley, Larry D. Rosen

  • The As if Principle. The Radically New Approach to Changing Your Life. Richard Wiseman

  • Zen Habits. Handbook for life. Hundreds of tips for simplicity, happiness, productivity. Leo Babauta

  • Il segreto nella vita è scegliere una cosa sola su cui concentrarsi per ottenere risultati eccezionali. Gary Keller e Jay Papasan

  • Irresistible. The Rise of Addictive Technology and the Business of Keeping Us Hooked. Adam Alter

  • Die 4-Stunden-Woche. Mehr Zeit, mehr Geld, mehr Leben. Timothy Ferriss

  • 24/7 - Zeitmanagement. Tim Reichel

  • Margin: Restoring Emotional, Physical, Financial, and Time Reserves to Overloaded Live. Richard Swenson


Uao, sapevo che era un tema che mi appassionava ma non credevo che dal 2019 avessi letto o ascoltato così tanti libri sul tema 😳


Ne ho altri in lista d’attesa, terrò questa lista aggiornata.



Puoi gestire grandi cose grazie a chi?


Negli ultimi anni ho cominciato ad interessarmi anche di temi legati agli stereotipi di genere, pregiudizi, discriminazioni.


Incrociando questi temi con quelli di gestione del tempo ho notato che chi parlava di questi temi era spesso un uomo, bianco, senza figli o con figli ma una compagna a gestirli.


Qua e là una presenza fondamentale e dietro le quinte trapelava dai libri di uomini esperti di produttività.


Googlando il nome di esperti di produttività e il termine “moglie” si trovano frasi come queste:

  • “Mia moglie vuole il meglio per me e che abbia successo in quello che faccio”

  • “Tornato dalle vacanze, ho ripreso in mano la mia lista di cose da fare, e complice l’assenza di moglie e figli ancora in vacanza, mi ci sono gettato a capofitto”

  • “Mia moglie è fuori città. Mi sono appena reso conto che mio figlio ha mangiato pizza a tutti e tre i pasti oggi”


Ho estrapolato dal contesto e non conosco personalmente queste persone.


Sto facendo ipotesi e magari giungo a conclusioni ingiuste riguardo ai singoli casi.


Credo però che in generale il mio pensiero sia valido.


Comincia a crescere in me la consapevolezza che spesso gli esperti di gestione del tempo fanno grandi cose anche perché hanno qualcuno, di solito una donna, che li spalleggia.


L’ultima frase mostra un esperto massimo di gestione del tempo che si occupa di un figlio mentre la moglie è fuori città.


Tutto bene, mi dirai.


Ma ti immagini lo stesso commento fatto da una donna?


Una donna twitterebbe mai di aver dato al figlio tre volte la stessa cosa da mangiare in un giorno?


Molto meno probabile.


E se lo fa è perché si auto definisce una mamma di m---a.


Fai un po’ te…


Non è che questo esperto di gestione del tempo può permettersi questo tweet goliardico perché il resto dei giorni c’è qualcuno che si prende in carico la salute alimentare del figlio?


Carico che, tra l’altro, prende del tempo?



E io come faccio a fare tutto?


Molte persone mi hanno scritto a seguito del mio articolo sul carico mentale interessate a capire cosa avessi studiato per poter gestire così bene tante cose.


Come posso avere una carriera lavorando part-time?


E allo stesso tempo mantenere un progetto come zairacconta?


Sono sì una persona decisa, ho studiato e sono abbastanza disciplinata.


Ma ho un sacco di privilegi, che non voglio siano dimenticati:


  • Ho potuto studiare tecniche di efficacia e gestione del tempo anche in orario di lavoro

  • Ho un superiore aperto di mente e fiducioso che ha accettato di promuovermi a quadro nonostante il part-time

  • Ho nonni vicini che due giorni a settimana si occupano del bimbo

  • Ho un marito che lavora al 50% Questa cosa succede a meno del 2.7% di famiglie con figli in Italia, capisci il privilegio?

  • Mio marito si occupa del bimbo la notte e il mattino, così io mi posso alzare riposata alle 05:30 e scrivere le parole che stai leggendo.


Puoi leggere più sul nostro modello familiare in questo articolo.


Foto di uomo che cambia pannolino a neonato

Oltre al fatto che sono bianca, eterosessuale, cisgender, di ceto medio, vivo nell'Europa occidentale e sono temporaneamente senza disabilità.


Il tempo è la risorsa più democratica che ci sia?


Questa è una delle prime cose che ti viene detta se ti interessi di produttività e gestione del tempo.


Cito Andrea Giuliodori in “Riconquista il tuo tempo”:


“[...] il tempo è la risorsa più democratica che esista. Io, te o l’uomo più ricco e potente del mondo avremo sempre e comunque giornate della stessa durata.”

Sorvolo sul maschile (generico?) di “uomo più ricco e potente del mondo” 🙄


Qual è il messaggio di fondo che si vuole trasmettere qui?


Abbiamo tutti lo stesso tempo a disposizione.


Se applichi i giusti metodi, con il giusto impegno riuscirai ad ottenere grandi risultati.


Come Steve Jobs, Bill Gates, Elon Mask.


Non proprio.


Le giornate hanno la stessa durata per tutte le persone ma non tutte le persone hanno la stessa quantità di tempo a disposizione per fare grandi cose.


C’è chi:

  • ha qualcuno a cui badare

  • ha un lavoro poco pagato e deve lavorare a tempo pieno (magari perché è donna, o straniera, o con disabilità)

  • chi per avere un lavoro ben pagato fa un lungo tragitto per andare al lavoro (spendendo così ore della sua giornata per recarsi e tornare dal lavoro)

  • chi può fare tutto più lentamente perché ha una disabilità, non per forza per colpa della disabilità ma per l’ambiente. Penso a quella volta che con un passeggino mi sono trovata di fronte a delle scale super ripide. Io ho potuto togliere mio figlio dal passeggino e scenderle ma se ero in sedia a ruote avrei dovuto fare un giro immenso per andare dove volevo

  • chi deve spendere il suo tempo a imparare l’inglese o un’altra lingua importante per il luogo in cui abita




Il problema del se vuoi puoi


Proprio ieri ascoltavo un podcast di un imprenditore digitale che parlava delle cose che hanno funzionato per portarlo al successo.


Ad un certo punto parlava dell’attività fisica, perché mantenersi in forma è necessario a chi vuole essere produttivo.


Fin qui nulla da dire: più sport fai, più sei in forma, meno acciacchi hai, più resisti allo stress, …


Ma poco dopo il discorso ha virato sull’aspetto del corpo e sul fatto che se ci piacciamo siamo più sicuri di noi stessi e otteniamo più cose perché le persone lo percepiscono.


Anche questo può senz’altro essere vero.


Ma viene trascurato un dettaglio.


Certe persone, con tutto lo sport del mondo, non avranno mai il corpo che piace secondo gli standard di bellezza odierni.


Se una persona meno consapevole lo ascoltasse, potrebbe sentirsi un sacco sbagliata perché il messaggio è: “se vuoi un corpo che ti faccia sentire sicuro di te stesso puoi allenarti di più”.


Ma non è sempre così.


Inoltre, come ci dicevamo sopra, non tutti abbiamo lo stesso tempo a disposizione per allenarci.


⚠️ Non dico che devi cedere al vittimismo e arrenderti e pensare che non ce la farai mai.


Ma credo che sia estremamente sano fare un check dei privilegi delle persone a cui ti stai confrontando.


Le domande che dovresti porti sono:

  • Quali sono le mie condizioni al contorno?

  • Quali primi passi devo muovere per andare nella direzione che desidero?

  • Cosa è realisticamente in mio potere in questa fase della mia vita?



I miei 7 migliori consigli sulla gestione del tempo


Una volta che hai ben calibrato le tue aspettative e le priorità in base alla fase della vita in cui ti trovi, se vuoi puoi applicare qualche trucco per gestire meglio il tuo tempo.


Del tempo a disposizione che ti rimane, che è diverso dal mio e da quello della donna più ricca e potente del mondo, puoi trarre il massimo grazie ad alcuni accorgimenti.


Ce ne sono a bizzeffe e ognuno deve trovare quello che funziona per sé.


Ti lascio qui i miei migliori consigli pratici, sarò super felice di sapere quali sono i tuoi nei commenti qui sotto!



1) Il multitasking è una trappola


Quando puoi: prediligi il fare una cosa alla volta.


Una delle prime cose che impari quando studi la gestione del tempo è che il multitasking è da evitare il più possibile.


Con multitasking si intende il fare due attività contemporaneamente.


Si potrebbe intuitivamente pensare che così facendo produci di più, ma visto che non siamo computer in realtà non è così.


È stato dimostrato scientificamente che fare del multitasking ti rende meno efficiente a causa del cosiddetto switching cost, ovvero il costo per saltare da un'attività all’altra.


Perché il tuo cervello quando fai multitasking in realtà sta passando continuamente da un’attività all’altra, non le stai davvero eseguendo in contemporanea.


Se vuoi approfondire il tema ho scritto un articolo sul tema del multitasking.


Più sopra affermavo che la maggior parte degli esperti di gestione del tempo e produttività sono uomini…


...mentre si dice che le donne sono le più brave a rompere una delle regole fondamentali della gestione della produttività.



2) Il potere delle abitudini


Per essere più efficiente mi è anche servito molto capire come funzionano le abitudini e sfruttare il meccanismo a mio vantaggio.


Cito Duhigg da “La dittatura delle abitudini”:


“Secondo gli scienziati [e le scienziate], le abitudini si formano perché il cervello è sempre alla ricerca di modi per risparmiare energia.”

Quando agiamo secondo un’abitudine, il nostro cervello è in modalità risparmio energetico.


L’energia che risparmiamo agendo secondo delle abitudini poi le possiamo impiegare in altre cose più importanti.


Ad esempio, da appassionata di té verde quale sono, qualche anno fa avevo un cassetto pieno di té verdi e ogni mattina dovevo sceglierne uno tra mille.


Ora ho preso l’abitudine di bere lo stesso tipo di té verde fino che finisco la confezione.


E comunque non ho più così tanta scelta (e ordine) nel cassetto come nell'epoca pre-figlio:


Fotografia di cassetto pieno di barattoli con te

Inoltre, puoi sostituire cattive abitudini con buone abitudini dal punto di vista della gestione del tempo.


Un esempio che mi riguarda potrebbe essere quello del telefono: mi sono imposta delle abitudini per non perdere tempo prezioso in armi di distrazione di massa come Instagram.


Ad esempio decido di andare a letto ogni sera verso le 10 e non mi porto il telefono in stanza.


E se mi dici che usi il telefono come sveglia io ti dico: procurati una sveglia.


Lasciando il telefono in sala non mi faccio distrarre da schermi poco prima di andare a dormire e trovo solo un libro da leggere ad aspettarmi.


Un’ultima categoria di abitudini che vale la pena instaurare sono quelle buone dal punto di vista della salute: come attività fisica regolare o passare il filo interdentale tutte le sere.


Abitudini che mirano alla forza e salute del corpo e della mente, minimizzano il rischio di acciacchi, malattia e incidenti vari, evitando nel lungo periodo visite mediche d’urgenza e periodi di riposo forzati.



3) Minimizza le distrazioni


Le distrazioni sono molte di più di quello che ti immagini.


Provengono:

  • dall’interno, quando il tuo cervello si mette a vagare

  • dall’esterno, attraverso notifiche e interruzioni varie


Ognuno deve trovare i propri modi per ovviare alle distrazioni che rubano tempo prezioso perché:


  1. improvvisamente ti ritrovi a fare qualcosa che non avevi previsto di fare

  2. anche se ripassi subito all’attività che stavi svolgendo, perdi tempo a rientrarci mentalmente

Infine ci sono anche le distrazioni pericolose, come una persona che guarda il telefono mentre guida.


Quelle sì che ti fan perder tempo se poi sfociano in un incidente!


Ti lascio alcune tecniche che uso per ridurre le distrazioni:


  • Dipende dal lavoro, ma credo che nella maggior parte dei casi ci si possa permettere di guardare le e-mail solo ogni qualche ora: tieni chiusa l’applicazione delle e-mail o se la devi usare, lasciala aperta ma disattiva le notifiche (il suono e il pop-up che appare)

  • Se non puoi o vuoi disattivare le notifiche delle e-mail, disiscriviti almeno da ogni newsletter - sì, anche la mia - se non aggiunge valore ma solo casino nella tua casella di posta. Meno e-mail sono meno notifiche, meno interruzioni che ti arrivano.


  • Se il programma e-mail che usi lo permette, programma delle regole per far finire automaticamente delle e-mail nel cestino in base all’oggetto.


  • Dipende dal tipo di ufficio, noi abbiamo degli uffici da 1-3 persone con porta che danno su un corridoio. L’usanza è tenere la porta aperta ma io a volte la tengo chiusa per minimizzare le interruzioni da parte di colleghe e colleghi o per non sentire ciò che accade in corridoio.


  • Se puoi, tieni il telefono fisicamente lontano, di sicuro non a portata di braccio. Qualche volta esco a fare una passeggiata breve vicino a casa e lascio di proposito il telefono a casa. Non lo porto più in stanza la sera.


  • Metti il telefono in modalità non disturbare, lascia entrare solo le chiamate o le notifiche delle persone che davvero hanno il diritto di distrarti.


  • Considera la possibilità di non avere un abbonamento ad internet sul telefono. Io ho trovato una perfetta via di mezzo: un internet così lento che mi permette solo di usare i messaggi di whatsapp e fare i biglietti per i mezzi pubblici. Ma non posso navigare in internet o scrollare sui social media. A casa poi ovviamente ho il wi-fi.


  • Valuta bene l’uso che fai dei social media. Io ero senza social media (esclusi linkedin e whatsapp) dal 2014. Nel 2022 mi sono iscritta a Instagram per via di zairacconta e passo più tempo al telefono di prima, anche se cerco di farlo con cognizione di causa un po’ di tempo lo perdo. Ne hai davvero bisogno? Se la risposta è sì, considera di essere presente su meno piattaforme possibili.


  • Disinstalla l’app dei social media, anche solo per un giorno. Io lo faccio a volte perché ho internet molto lento quando sono in giro e non posso nemmeno reinstallarla.


La mia più grande distrazione resta il telefono.


Fotografie di 2 telefoni con impostazione della schermata home diversa
Avevo questa bellissima tecnica di non avere nessuna icona sulla home del telefono. Così non rischiavo di prendere il telefono e pigiare su un app a caso che coglieva la mia attenzione anziché su quella per cui avevo preso il telefono in mano. Dovevo scrollare verso il basso e nella barra di ricerca digitare l’app che volevo. Era perfetto perché ci voleva un sacco di intenzionalità e azzerava le distrazioni. Ora però basta uno swipe per arrivare nella seconda schermata, quella con tutte le app organizzate da Apple. Peccato, così ho tutte le icone a colpo d’occhio e mi capita di prendere il telefono per controllare il bollettino meteorologico, per poi ritrovarmi “magicamente” su Instagram. Lo racconto qui perché magari qualcuno non ha un IPhone e riesce ad implementare questo trucchetto.

Ma sono l’unica che se non fa attenzione cade in tentazione col telefono o c’è chi riesce a gestirlo senza fatica?



4) La legge di Parkinson


La legge di Parkinson in sostanza dice che un compito ti prende il tempo che decidi di dedicargli.


Ovvio che c’è un limite, ma in larga misura lo vedo molto vero nella mia vita: se per rileggere un rapporto mi alloco un’ora, adatterò il mio modo di lavorare per metterci un’ora (velocità di lettura, dettaglio dei miei commenti, cura dell’ortografia).


Se decido invece che gli voglio dedicare solo 30 minuti, farò lo stesso lavoro perdendo meno tempo in dettagli e magari anche aumentando i miei livelli di concentrazione perché so che in 30 minuti devo avere finito.


Quando sono particolarmente sopraffatta dalle cose da fare, fantastico su come sarebbe tornare ad avere una vita senza figlio.


Poi mi ricordo della legge di Parkinson e penso che non è detto che sarei tanto più produttiva.


Mi spiego: se non avessi un figlio, per uscire di casa impiegherei un’ora tra colazione, trucco e parrucco.


Ora esco di casa in 30 minuti se faccio colazione, altrimenti 15 minuti per le cose base mi bastano.


Il risultato è simile ma impiego la metà del tempo.


Se non avessi un figlio il weekend non starei a casa a fare tutte quelle cose per cui oggi ho poco tempo, ma andrei in montagna.


Senza figlio sarei più riposata e avrei più tempo libero ma non è detto che produrrei molto di più.


Lo vedo quando sono in albergo la sera quando viaggio per lavoro: ho tutta la sera per me, diciamo 4 ore, dalle 18:00 alle 22:00.


Pensi che io sia lì a produrre in quelle ore?


So di avere tutto quel tempo, mi rilasso e lascio che la legge di Parkinson prenda il sopravvento e impiego un’ora a fare la doccia.


Sapere questa cosa è utile perché puoi sfruttarla a tuo favore.


Esempio: se so che il mio termine ultimo per impacchettare le mie cose e lasciare l’ufficio sono le 17:00, faccio apposta a mettere una riunione che voglio liquidare in 30 minuti alle 16:30.


In questo modo sono obbligata a mantenere il filo e il ritmo del discorso.



5) La tecnica pomodoro


Ogni tanto uso la tecnica del pomodoro, inventata da Francesco Cirillo.




La tecnica pomodoro consiste nel darti uno slot di tempo per lavorare ad una sola cosa senza distrazioni.


Funziona così:

  • Imposti il timer 25 minuti

  • Lavori solo sulla tua cosa 25 minuti (non prendi in mano il telefono, non controlli le e-mail, non rispondi a chiamate, …)

  • Allo scoccare del timer imposti un altro timer di 5 minuti dove idealmente fai qualcosa che ti liberi la mente (scendere a prendere la posta o vuotare la lavastoviglie se sei a casa, prepararti un tè, andare in bagno, …). Io ammetto che qui da quando ho Instagram purtroppo ho la tentazione di andare a guardare un attimo che succede lì e ti dico che è la cosa peggiore che potrei fare.

  • Allo scadere della pausa, reimposti il timer di 25 minuti per continuare a lavorare sulla tua cosa.

Solitamente si consigliano 3-4 pomodori intervallati da 5 minuti, alla fine dei quali ti puoi prendere una pausa di 15-30 minuti.


Ah! Se te lo stessi chiedendo: il nome della tecnica viene da quei timer da cucina a forma di pomodoro.


Io applico la tecnica del pomodoro principalmente in due casi:


1. Ho del lavoro da fare che non ho voglia di fare


Io so che quando ho del lavoro da fare che non mi piace lo procrastino.

Trovo di tutto da fare pur di non fare quella cosa lì.

Allora combino la tecnica del pomodoro con quella dell’”ingoiare la rana come prima cosa al mattino”, ideata da Mark Twain. Mi dico: stamattina devo scrivere almeno 2 capitoli di questo rapporto. Setto il timer e mi ci fiondo.

Spesso, una volta iniziato, il disgusto che provo per quell’attività sparisce.

Ovviamente se hai un lavoro che ti forza troppo spesso ad abusare di questa tecnica due domande me le farei.



2. Ho tanto lavoro da fare


Quando ho tanto da fare e voglio minimizzare le distrazioni uso la tecnica del pomodoro.


Lo faccio anche per ricordarmi di fare una pausa ogni 25 minuti perché altrimenti rischio di esaurirmi.



6) Crea dei margini


Creare dei margini è importante per non sentirsi in sopraffazione ancora prima di cominciare la giornata.


Sembra banale ma ci vuole consapevolezza per crearsi dei margini così da non trascorrere la giornata a correre da un appuntamento all’altro con l’idea di essere sempre in ritardo.


Al lavoro implemento questa cosa lasciandomi sempre un quarto d’ora tra una riunione e l’altra.


Bada bene, non finisco per avere 15 minuti di libero tra un impegno e l’altro ma quei cuscinetti mi servono per rispondere all’e-mail importante, fare una piccola pausa, spostarmi da A a B, risolvere problemi tecnici.


Da quando sono mamma cerco di avere margini di tempo anche nella mia vita privata.


Passati i primi mesi in modalità sopravvivenza, dove l’obbiettivo era arrivare tutti vivi a sera, ho iniziato a settarmi quell’una cosa che era il mio obbiettivo della giornata.


Una sorta di metodo MIT applicato alla vita di neo-genitrice.


Dove MIT sta per Most Important Task, ovvero la cosa più importante, quella che ha più impatto, più priorità.


Ad esempio, se un giorno c’era un appuntamento dal pediatra, per quel giorno non mettevo altri appuntamenti o aspettative.


Magari oltre che andare dal pediatra riuscivo anche a fare una piccola spesa e a fermarmi in biblioteca, ma non mi mettevo pressione.


Lo facevo anche per avere margine in caso di imprevisti e per andare al passo del mio bambino.


Parlo al passato perché ora che il bimbo ha 3 anni mi posso permettere di mettere un paio di obbiettivi in più per la giornata ma comunque non più di 2 massimo 3 grandi obiettivi, il resto è in più.



7) Fai spazio per il tempo libero


Devo ammettere che sono rimasta sorpresa dal numero di persone che mi hanno scritto a seguito del mio articolo sul carico mentale, che è anche diventato un episodio del podcast “Educare con calma” di Carlotta Cerri.


Sono rimasta stupita dalle persone che mi chiedevano quali fossero i miei metodi per organizzarmi al punto da avere un lavoro di responsabilità lavorando a tempo parziale.


Queste tecniche mi servono sì a prendermi responsabilità lavorando a tempo parziale o a portare avanti progetti personali a cui tengo.


Non dimentico però che sono una persona e non una macchina, per cui anche il riposo è necessario se voglio produrre anche sul lungo periodo.


Persona che su sentiero di montagna si arrampica su scaletta

Se si lavora sempre al massimo delle nostre capacità corriamo il rischio di bruciarci.



E facendolo, ricordati dei ruoli di genere in cui spesso ricadiamo se non ci facciamo attenzione: le donne, in genere, hanno meno tempo libero rispetto agli uomini.


Inoltre gli uomini tendenzialmente prediligono lavori che si avvicinano al tempo libero come il giardinaggio o il fai da te.


Sono due elementi importanti da tenere a mente, evidenziati per esempio da un rapporto dell’Istat del 2019 [1].



Riflessioni finali


Hai notato quanti nomi di uomini in questo articolo?


La gestione del tempo è un settore ancora molto maschile.


Gli uomini che parlano di queste tecniche hanno una visione del mondo parziale e spesso privilegiata.


Affermare che il tempo è la risorsa più democratica che ci sia, è ingiusto.


Anche se tutte le persone hanno 24 ore, non tutte le persone hanno la stessa quantità di tempo a disposizione.


Calibra le tue aspettative alla tua situazione.


Impegnati ma ricordati che sei una persona e non una macchina.


Non dimenticarti che il fine non è produrre ma stare bene, essere in salute.


Quella per me è la priorità numero uno.


Se hai letto fin qui e l’articolo ti è piaciuto mi aiuteresti molto anche solo cliccando sul cuoricino qui sotto.


Te ne sono grata.


Ciao e alla prossima,









[1] I tempi della vita quotidiana. Lavoro, conciliazione, parità di genere e benessere soggettivo.



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