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5 motivi per leggere oltre gli stereotipi

Aggiornamento: 23 set

Ma servirà davvero la diversità nei libri per l’infanzia? Vale la pena sforzarsi di scegliere libri non stereotipati?



Una volta ho letto qualcuno che diceva che per crescere una figlia che sappia affrontare le ingiustizie di genere:


“Non basta acquistare libri con personaggi emancipati e senza stereotipi sessisti.”

Il messaggio continuava specificando che noi genitori...


“[...] dovremmo rimboccarci le maniche e superare i nostri limiti del nostro contesto; combattere le ingiustizie delle nostre vite”.

Dobbiamo vivere secondo i principi della parità di genere per dare l'esempio.


Anche se vedo quello che si vuole dire con queste parole, non sono completamente d’accordo.


Non sono d’accordo perché si sminuisce un piccolo primo passo concreto verso la parità di genere: leggere libri scelti intenzionalmente per educare oltre gli stereotipi.


Per creare un mondo più giusto in cui possano convivere pacificamente tutte le differenze del genere umano.


Un primo passo che è a disposizione di ogni famiglia.


Perché non tutti possono superare i limiti del loro contesto oggi.


In questo articolo ti spiego 5 motivi per cui secondo me invece è utile leggere libri per l'infanzia non stereotipati.



 

Cosa trovi in questo articolo:

 



È un gesto concreto e quasi sempre fattibile


L'attitudine di sminuire un problema in favore di problemi più grandi è detto benaltrismo.


Da Garzanti Linguistica la definizione di benaltrismo infatti è la:


tendenza a spostare l’attenzione dal problema in discussione ad altro che si addita come più importante o più urgente.

Chi sminuisce la lettura di libri per la parità perché "i problemi sono ben altri" non calcola alcune cose:

  1. Se ti metti obbiettivi troppo grandi, non fai nulla, non cominci nemmeno. Gli obbiettivi devono essere raggiungibili. Se il tuo obbiettivo è educare tua figlia alla parità, beh, forse non comincerai dicendo oggi al tuo cliente più importante che è sessista. Lo so che avremmo il diritto di farlo, ma a volte tenere un lavoro è pura necessità e le ingiustizie vanno scardinate nel lungo termine.

  2. Alcune persone non possono o non vogliono superare i limiti del loro contesto. Riformulo la frase della persona scettica riguardo all'utilità di libri per l'infanzia non stereotipati: "è inutile che leggi un libro a tua figlia con una protagonista forte ed emancipata se tu stessa non lo sei" o "è inutile che presenti libri con padri in ruoli di cura e poi tu sei sempre in giro per lavoro e deleghi tutto il carico mentale familiare alla tua compagna". Io dico che:

    1. Non è detto che tu voglia cambiare la tua situazione di impostazione tradizionale. Se tutte le parti stanno bene non dovete modificare il vostro assetto famigliare tradizionale per educare alla parità. Ma volete mostrare alternative alla vostra scelta ai vostri figli e figlie.

    2. Se invece ti piacerebbe cambiare qualcosa di questo assetto, diciamo che non è possibile vedere subito un risultato concreto. Bisognerà discuterne, trovare soluzioni, compromessi. Potrebbero volerci anni. Allora io ti dico: leggere un libro per sradicare stereotipi è qualcosa che puoi fare oggi; sopratutto se dai un'occhiata alla sezione delle risorse di questo sito, in lento ma costante aggiornamento.



È un modo per esporre ed esporci alla diversità


Ovviamente sarebbe meglio esporci alla diversità nel mondo reale e non attraverso i libri.


Ma questo non è sempre fattibile nell'immediato.


I libri ci vengono quindi in aiuto per mostrare diversi tipi di persone e realtà.


Fotografia di una pagina di un libro con bambini e bambine che giocano su un piazzale
Immagine tratta dall'albo illustrato intitolato "Florian". È la storia vera di un bambino transgender raccontata con estrema delicatezza dai suoi genitori. In inglese il libro si chiama "Calvin".

Mi viene in mente un passaggio in "Ho un fuoco nel cassetto" di Francesca Cavallo:


Spesso, i libri per bambini che contengono le storie di persone LGBTQIA+ vengono tacciati come 'propaganda'. È un argomento che non capisco. Noi esistiamo. Lavoriamo, viviamo, andiamo al supermercato, danziamo, ci innamoriamo, moriamo. E allora non fa forse propaganda chi sceglie di nascondere ai bambini la nostra presenza? Chi costruisce il mondo a propria immagine e somiglianza e sceglie ogni giorno di raccontare ai bambini una versione distorta della realtà in cui persone disabili, omosessuali, transgender, razializzate semplicemente non esistono?

Capisco che ci possono essere dei timori, in quanto genitori, ad esporre i bambini alla diversità.


Noto ad esempio un'ipersensibilità riguardo a temi come identità di genere o orientamento sessuale.


A causa dell'ignoranza sul tema, molte persone credono che così facendo rischiamo di confondere i bambini. Di "deviarli", che è una specie di eufemismo per dire "ho paura che diventino gay o trans a loro volta".


A questo proposito, ecco un altro passaggio dal libro di Francesca Cavallo:


C'è chi dice che raccontando storie che includono personaggi LGBTQIA+ vogliamo far diventare i bambini gay. È assurdo perché se c'è qualcuno che sa che è impossibile 'diventare' diversi da quelli che si è, beh, siamo proprio noi. Nessuno vuole che bambini eterosessuali o cisgender diventino gay o transgender. Io voglio solo che tutti i bambini, e non solo quelli eterosessuali e cis, abbiano la possibilità di diventare adulti liberi, perfino felici.

Se anche tu in un certo senso condividi questi timori, ti chiedo solo di restare con me.


Continuare a leggere i miei contenuti e attingere dalle risorse che propongo, sono sicura che riusciremo a fare chiarezza.


Si teme molto meno ciò che si conosce.


Tra l'altro Francesca Cavallo è l'autrice di libri per l'infanzia come Storie della buonanotte per bambine ribelli, Elfi al quinto piano o Fuoriserie.

La diversità può anche essere rappresentata da diversi tipi di corpi o di famiglie.


La tua famiglia magari è di stampo "tradizionale" ma attraverso i libri mostriamo che questa non è l'unica possibilità.



Mi mancavano libri che rappresentassero mamme che escono di casa per lavorare e papà che si occupano del resto.


Alcuni esempi virtuosi che ho trovato in italiano finora è Arriva la mamma! ma anche Il trattore della nonna o,per bambini un po' più grandi, anche ne Gli occhiali da sogno c'è una mamma direttrice.

Concludendo: esporre alla diversità contribuisce a sradicare stereotipi o comunque ne rallenta il processo di formazione.




Permette di intavolare discussioni importanti in un contesto sicuro


Ti racconto un mini aneddoto:

​Mio figlio di tre anni, o forse allora ne aveva anche solo due, stava guardando con me il libro di "George", la scimmietta. Ad un certo punto indica la pancia del cuoco Pisghetti e mi chiede: "Perché ha la pancia grossa?"

La prima cosa da fare magari è cercare di non rispondere con una frase come "Perché mangia tanto".


Fotografia di una pagina di un libro con cuoco che cucina il sugo
Immagine tratta dal libro basato sui cartoni animati di "Curioso come George".

Non sempre è vero che una persona con la pancia grossa mangia molto.


Comunque non escludo di aver risposto così la prima volta che mi è arrivata una domanda del genere...


Ma il messaggio importante in questo caso potrebbe essere:


"Ci sono corpi di diverse forme, colori e grandezze".

Ed è proprio questo che intendo con "intavolare discussioni importanti in un contesto sicuro".


Preferisco parlare con il mio bimbo di queste cose in un contesto positivo e riservato; non tutta imbarazzata davanti ad una persona con la pancia grossa, per intenderci.


Perché magari ad un certo punto potremmo aggiungere:


"Sarebbe meglio non commentare i corpi delle persone. Non è facile, vero? Le persone ti dicono spesso che hai un bel colore di capelli e dei begli occhi".


Poi mi è capitato comunque che mio figlio commentasse il corpo di una persona.


Come mi ha insegnato Carlotta Cerri: i bambini devono imparare le stesse cose in contesti diversi.


Ma penso che lo farebbe più spesso se non avessimo trattato l'argomento a casa grazie ad un libro.


La consapevolezza di mio figlio in questo senso sta aumentando:

​Una decina di giorni fa, mio figlio aveva dunque 3.5 anni, stavamo tornando a casa in bicicletta, lui sul seggiolino dietro di me. Sorpassiamo una famiglia che invece era a piedi e dopo un po' mio figlio mi dice: "Quella persona con una maglietta grigia... aveva delle tettone." Io: "Hai notato che quella persona aveva delle tette molto più grandi delle mie? Sì, ci sono corpi di forme e colori diversi." Lui, risvegliato dalla mia frase-standard sui corpi: "Mamma, non ho commentato un corpo, vero?" "Sì", rispondo, "hai commentato un corpo, ma per fortuna non lo hai fatto davanti alla persona." "Perché?", mi incalza. "Perché non sappiamo se a quella persona fa piacere ricevere un commento sul suo corpo."

E sicuramente ho aggiunto anche qualcosa sul fatto che al giorno d'oggi certi corpi sono discriminati e che dovremmo dare meno peso all'aspetto dei corpi.


Diciamo che qui posso ancora lavorare perché non ho trovato una frase efficace adatta ad un bambino piccolo d'età.


Se hai input non esitare a lasciare un commento qui sotto!


Un altro argomento importante potrebbe essere quello dell'espressione di genere, ovvero come una persona decide di presentarsi al mondo.


È un argomento trattato bene per esempio in Visto che vestiti?.


Fotografia di pagina di libro con donnole vestite in svariati modi
Interno della copertina di "Visto che vestiti?" Con il mio bambino facciamo spesso il gioco di scegliere l'outfit che ci ispira di più.

Intavolare discussioni su temi come "ognuno può vestirsi come gli pare" è importante per due motivi:

  1. Dà più sicurezza alla tua bambina o al tuo bambino qualora volessero presentarsi al mondo in maniera anticonformista e/o venissero presi in giro per il loro modo di essere.

  2. Previene che la nostra bambina o bambino prendano in giro a loro volta. Non voglio solo che mio figlio sia libero di essere se stesso: io voglio che lui lasci anche gli altri liberi di essere se stessi!



Abitua ad un certo tipo di linguaggio

I libri fatti davvero bene modellano un linguaggio rispettoso ed empatico che tiene conto delle varie sfacettature dell'umanità. Penso ad un libro che abbiamo in tedesco e che mostra come si fa un bebè. Non parla mai "della mamma che partorisce" ma della "persona che partorisce" tenendo conto per esempio di persone transgender ma anche di persone che poi danno in adozione un figlio o magari che partoriscono per altre famiglie.


Fotografia di pagina di libro con scena di persone in ospedale per partorire
Immagine tratta dal libro "Ein Baby! Wie fine Familie entsteht" che in italiano significa "Un bebè! Come si forma una famiglia". Chi sta per partorire viene definita "persona" e non "donna" o "mamma". Traduzione libera del testo nell'immagine: Quando il bebè è pronto per nascere, la persona nel quale sta crescendo comincia ad avere forti dolori alla pancia e alla schiena.

Un'altra abitudine linguistica che si può acquisire leggendo dei buoni libri è quella di aggirare il maschile generico quando possibile.


Ad esempio, sempre nel libro "Un bebè! Come si forma una famiglia", ad un certo punto a proposito di procreazione medicalmente assistita vien detto:


"La dottoressa o il dottore mettono l'embrione nell'utero".


Sdoppiare il maschile generico "dottore" in "dottoressa o dottore" è estremamente importante perché:

  1. ​Le rappresentazioni che le persone più giovani si fanno dei mestieri sono influenzate dagli stereotipi di genere e dalla forma grammaticale maschile.

  2. L’utilizzo dello sdoppiamento ad esempio “meccanico e meccanica d’auto” può limitare l’effetto degli stereotipi.

  3. Le donne si sentono più chiamate in causa e sono più visibili quando si accostano i termini al maschile e femminile anziché quando viene usato solo il maschile in forma generica

[1]


Un altro esempio è quello dei femminili professionali. Non vengono usati (correttamente) i tutti i libri. Per questo sono contenta di trovare libri come Cosa faremo da grandi? della pedagogista di genere Irene Biemmi. In questo libro si presentano diversi femminili professionali a cui sopratutto l'orecchio della persona adulta deve ancora abituarsi.




Fa bene anche a te, persona adulta


Voglio darti 3 motivi per cui leggere intenzionalmente libri oltre gi stereotipi fa bene anche a te:


1. Affina il tuo spirito critico. Come? Beh, dovendo valutare criticamente i libri che proponi alla prole devi per forza mettere in campo il tuo spirito critico, ponendoti alcune domande. Sopratutto perché alcuni libri pensati per abbattere stereotipi in realtà non sono perfetti, come scrivevo nella mia ultima newsletter ma anche in questo articolo.

2. È un esercizio di mindfulness. Cosa intendo? Quell'essere presenti nel momento, un tipo di meditazione che dà molti benefici. Se decidi di leggere con intenzione libri per l'infanzia, cerchi di stare sul pezzo e non vagare con la mente. Spesso questi libri trattano argomenti delicati e hanno delle parti da omettere perché le persone a cui leggi non sono pronte a sentire certe formulazioni. È il mio caso quando incontro una frase come:


La mia ombra è ROSA! Va matta per fiori, unicorni e fatine, e tutti quei giochi che son "da bambine".

Fotografia della copertina del libro "La mia ombra è rosa" di Scott Stuart
Copertina del libro di S. Stuart, dal quale ho preso la citazione qui sopra.

Una frase come questa io la modificherei conformemente alla mio primo consiglio pratico per educare alla parità di genere. Ovvero rimuovo la parte finale in cui si dice "da bambine". Anche e sopratutto perché mio figlio non ha ancora cominciato a dire cose come "quello è da bambina".

3. Educa anche te. Sì, anche che noi persone adulte possiamo imparare lezioni di diversità e empatia dai libri per l'infanzia. Penso al papà di Danny, la donnola che ama vestirsi nel libro Visto che vestiti?. O ai genitori di Florian (Calvin in inglese), accoglienti quando la fino ad allora bambina dice loro di essere un bambino. Se poi passiamo ai libri per (pre)adolescenti allora ecco che possiamo imparare davvero molto da un solo libro: penso ad esempio ad Io dico no agli stereotipi.


Fotografia di pagina di libro "Visto che vestiti?" in cui papà abbraccia figlio
Immagine tratta dal libro "Visto che vestiti?": il papà consola suo figlio Danny e gli dice che lui è giusto così come è.


Riflessioni finali

Ora sai perché è utile scegliere ogni giorno di leggere libri diversi e non stereotipati alla prole.


È uno sforzo, ma è fattibile e concreto e va nella giusta direzione.


Un libro alla volta contribuiamo a crescere futuri adulti consapevoli e rispettosi delle differenze.


E visto che voglio rendere accessibile questa pratica a quante più persone possibile, riassumo i miei sforzi nella sezione risorse del mio sito.


Così eviti di prendere un libro che prometteva bene e invece era scarso e non perdi troppo tempo nella ricerca.


Input e titoli che ti sono piaciuti sono i benvenuti nei commenti!


E se hai letto fin qui e l’articolo ti è piaciuto mi aiuteresti molto anche solo cliccando sul cuoricino qui sotto o ricondividendolo.


Te ne sono grata.


Ciao e alla prossima,










[1] Ho estratto queste conclusioni dal libro di psicolinguistica "Le cerveau pensa-t-il au masculin?"



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